DICHIARAZIONE DI INTERDIPENDENZA

David Suzuki, insieme a quattro membri della David Suzuki Foundation, ha scritto la seguente Dichiarazione di Interdipendenza nel 1992 per l’Earth Summit delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro. Nel 2001 il compositore norvegese Pehr Nerik Nordgren scrisse la Sinfonia n° 6 “Interdipendence” i cui testi si sono ispirati alla dichiarazione . Fu suonata la prima volta nel 2001 a Sendai , in Giappone. 

Quello che sappiamo
Noi siamo la terra, per mezzo delle piante e degli animali che ci nutrono.
Noi siamo le piogge e gli oceani che scorrono nelle nostre vene.
Noi siamo il respiro delle foreste, della terra, e delle piante del mare.
Noi siamo animali umani, connessi a tutte le altre vite come discendenti della cellula primigenia.
Noi abbiamo con tutte le altre specie viventi una storia comune, scritta nei nostri geni.
Noi condividiamo un presente comune pieno di incertezza.
E condividiamo anche un futuro comune ancorché indescrivibile.
Noi umani siamo una dei 30 milioni di specie che tessono la rete della vita che avvolge il mondo.
La stabilità delle comunità viventi dipende da questa diversità.
In quella rete noi siamo interconnessi.
Il pianeta terra -la nostra casa-  non è infinito; tutte le specie condividono le sue risorse e l’energia del sole e perciò la sua crescita ha dei limiti.
Per la prima volta abbiamo toccato quei limiti.
Quando compromettiamo l’aria, l’acqua, il suolo, e la varietà della vita, derubiamo il futuro infinito per servire il fugace presente.

Quello in cui crediamo
Gli umani sono diventati così numerosi e i loro strumenti tanto potenti da aver portato all’estinzione le altre specie, ostruito i grandi fiumi, distrutto le antiche foreste, avvelenato la terra e il vento e squarciato il cielo.
La nostra scienza è stata portatrice di gioia e di dolore,  il nostro benessere  è pagato dalla sofferenza di milioni di altri esseri.
Stiamo imparando dai nostri errori, stiamo piangendo le specie viventi scomparse e adesso vogliamo costruire una nuova politica della speranza.
Noi rispettiamo e sosteniamo l’assoluto bisogno di aria, acqua e terra pulite.
Noi capiamo che le attività economiche che beneficiano i pochi riducendo l’eredità dei molti sono sbagliate.
E poiché il degrado ambientale erode per sempre il capitale biologico, il costo totale ecologico e sociale deve essere presente in tutte le equazioni dello sviluppo.
Noi siamo solo una breve generazione nella lunga marcia del tempo. Il futuro non è nostro e non dobbiamo cancellarlo.

Troviamo una soluzione
Tutto ciò che sappiamo e in cui crediamo deve diventare adesso il fondamento  del nostro modo di vivere.
A questo punto di svolta nella nostra relazione con la Terra, noi lavoriamo per una evoluzione dal dominio alla cooperazione, dalla frammentazione alla connessione, dall’insicurezza all’interdipendenza.

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