In che cosa consiste una iniziativa per la transizione?
da: https://transitionnetwork.org/transition-near-me/initiatives/
traduzione di Franca Bossalino

Una iniziativa per la Transizione consiste nella risposta della comunità (una città, un  quartiere, un villaggio, un’università, un’isola etc.) alle pressioni del cambiamento climatico, dell’esaurimento dei combustibili fossili e della crescente contrazione dell’economia.
Ci sono migliaia di iniziative in tutto il mondo per rispondere alla seguente domanda:
“Affinché la vita di questa comunità possa sostenersi e prosperare, come possiamo ricostruire in modo significativo la resilienza- per mitigare gli effetti del picco del petrolio e la contrazione economica- e per ridurre le emissioni di CO2 per mitigare gli effetti del cambiamento climatico?”

Ecco come si potrebbe procedere:

Tutto comincia quando un piccolo gruppo di individui motivati appartenenti a una comunità si mettono insieme con un’unica preoccupazione: in che modo la comunità può rispondere alle sfide e alle opportunità  derivanti dal picco del petrolio, dal cambiamento climatico e dalla stagnazione economica? 

Si parte col riconoscimento di alcuni punti cruciali:

  • Tutti noi, anche se in diversa misura, facciamo esperienza di una vita disconnessa dall’ambiente vivente che ci circonda, disconnessa dalla comunità e disconnessa dalla terra.
  • I nostri modi di vivere energeticamente dissoluti hanno impoverito le nostre risorse fondamentali riducendole a un livello critico.
  • Abbiamo usato un’immensa creatività, ingegnosità e adattabilità nella salita verso la cima della montagna di energia e non c’è alcuna ragione per cui non possiamo fare altrettanto nella discesa.
  • Dobbiamo agire adesso piuttosto che aspettare i governi o “qualcun altro”.
  • Se progettiamo collettivamente e agiamo presto c’è la probabilità che si possa creare un modo di vivere che sia più connesso, più vibrante e più a contatto con l’ambiente di quanto non lo sia quello attuale basato sulla dipendenza dal petrolio.

[...]
Successivamente si svolgono una serie di attività:

  • Far crescere la consapevolezza riguardo al picco del petrolio, del cambiamento climatico e del bisogno di intraprendere un processo collettivo di ricostruzione della resilienza e di riduzione delle emissioni di CO2.
  • Connettersi ai gruppi esistenti, compresi i governi locali.
  • Formare gruppi che prendano in considerazione tutte le aree-chiave della vita (cibo, energia, trasporti, salute, anima &cuore, economia&sussistenza, etc.)
  • Stimolare progetti pratici mirati alla comprensione -da parte dei cittadini- della resilienza e dei temi legati alle emissioni e al coinvolgimento della comunità.
  • Impegnarsi in un ‘processo visionario’ esteso alla comunità per identificare il futuro che vogliamo per noi stessi, invece di aspettare che qualcun altro crei un futuro che potrebbe non piacerci.
  • Inoltre, si deve lanciare un piano di Azione per la Discesa Energetica  definito e realizzato dalla comunità nell’arco di 15 o 20 anni.

Da ciò scaturirà una iniziativa coordinata attraverso tutte le aree della vita che lotta sia per ricostruire la resilienza che abbiamo perso come risultato del petrolio a basso costo, sia per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra.

Le Quattro Fasi :

la comunità si organizza per rispondere alle quattro fasi (definite approssimativamente):

Fase 1) Il piccolo gruppo iniziale parte con un programma di creazione di una consapevolezza e di contatto con i gruppi esistenti.  Si articola il discorso sull’adozione/adattamento di un approccio di transizione e si illustrano le risposte per le quali la comunità potrebbe impegnarsi.

Fase 2) Man mano che il gruppo si allarga, si  auto-organizza in gruppi più piccoli che coprono tutte le aree (cibo, trasporti, energia, abitazioni, educazione, artigianato etc.) creando progetti pratici in risposta alla “grande domanda”. Ad esempio: una agricoltura sostenuta dalla comunità, delle associazioni per il trasporto privato, la moneta locale, associazioni di quartiere per la riduzione delle emissioni, orti urbani, corsi di riqualificazione. Attualmente la maggior parte delle Iniziative per la Transizione si compiono in questa fase.

Fase 3)  quando l’iniziativa è sufficientemente strutturata rispetto ai  concetti e alle pratiche di cui si è parlato, si affronta il processo che riguarda l’ EDAP, Energy Descent Action Plan (Piano d’Azione per la Discesa Energetica ) il cui obiettivo è di portare la comunità nel corso di 15-20 anni a un livello sufficiente di resilienza e a basse emissioni di CO2.  In questa fase si registrano ad oggi solo pochissime Iniziative di Transizione.

Fase 4) Si cominciano a realizzare i Piani per la discesa energetica, a condividere successi e fallimenti con altre Iniziative di Transizione che procedono sulla stessa strada. A giugno del 2010, sembra che solo la città di Totnes si sia imbarcata in questa impresa.   

 

 

 

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