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            TRA BIOLOGIA,TECNOLOGIA E CULTURA    
              di William McDonough        & Michael Braungart, 2003 
            traduzione di Franca Bossalino 
            Quando        la biotecnologia si è spostata dal laboratorio al mercato, ha sollevato un vespaio di conflitti culturali. Basta soltanto passare in rassegna le notizie per        vedere la quantità di conflitti che hanno messo le nazioni una contro        l’altra, i consumatori contro i produttori, il terzo Mondo contro i        poteri industrializzati, gli scienziati contro i naturalisti e le nuove        tecnologie contro le culture tradizionali.  
              [...] Anche        gli Stati Uniti e l’Europa, partners commerciali di lunga data, sono entrati        in conflitto sui prodotti geneticamente modificati, quando gli Stati        Uniti hanno minacciato di fare causa all’Unione Europea per il suo        rifiuto ad approvare i nuovi prodotti OGM.        Nel frattempo, eminenti personaggi come        Thomas Friedman  del New York Times, hanno trasformato        il conflitto in uno scontro culturale, definendo la posizione biotecnologica dell’Europa        ‘pittoresca’: una ribellione        ‘romantica’ contro l’America e        l’alta tecnologia… anche se non esiste alcuna prova scientifica dei danni        provocati dagli OGM. 
            Il        dilemma etico della biotecnologia 
              Sebbene dubbi        e opinioni abbondino nel dibattito sulla biotecnologia, i conflitti        culturali sugli OGM stanno inviando un segnale        molto chiaro: i popoli e le nazioni vogliono poter scegliere        liberamente quello che vogliono mangiare, coltivare e produrre. Come con        ogni altra tematica globale, le popolazioni del mondo stanno guardando alla        biotecnologia attraverso una varietà di lenti culturali. Tuttavia, abbiamo un desiderio        comune. Tutti vogliamo la libertà di celebrare la nostra particolare cultura; tutti vogliamo poter fare  scelte che sono in armonia con        quello in cui crediamo profondamente. A Mr Friedman piace la carne OGM. Lo        Zambia preferisce gli scambi commerciali con le nazioni che non coltivano        raccolti geneticamente modificati. Per i 2 miliardi di Hindu, la maggior        parte dei quali credono nella trasmigrazione delle anime, mischiare il        materiale genetico di specie animali solleva una questione fondamentale        che riguarda lo spirito. Ed è possibile che molti di noi si domandino fino        a che punto l’introduzione di materiale genetico nelle specie animali allevate per        alimentarsi, renda la nostra cena una dieta per cannibali. Sia che le        nostre scelte derivino dalla fede religiosa o dalla filosofia politica o        dalle convinzioni personali, la maggior parte di noi vuole la libertà di        scegliere e di celebrare la nostra cultura. E vogliamo anche dare ai        nostri figli le stesse opportunità. A questo punto della storia non        possiamo sinceramente celebrare la tecnologia o la scelta che sta        offrendo alle culture del mondo. Certamente, nuove tecnologie possono offrire grandi        benefici al genere umano ed è probabile che gli OGM possano        essere all’altezza delle promesse di chi li ha progettati. I raccolti di        OGM resistenti alla peste, per esempio, possono davvero aiutare i        coltivatori a costruire un ponte tra le coltivazioni di oggi che usano i pesticidi e i suoli organici che        rinasceranno domani. Forse. Ma non lo sappiamo. E questo è il dilemma        etico fondamentale della biotecnologia. Non ne sappiamo abbastanza sui        potenziali danni che potrebbero causare o sulle scelte che il loro uso ci precluderà. Sappiamo        comunque, che l’ingegneria genetica produce cambiamenti irreversibili e,        di conseguenza, la possibilità di danni ecologici irreversibili. Anche        se quest’ultima suggerisce che dobbiamo essere sicuri di dare alle future        generazioni l’opzione di cambiare strada e scegliere in modo differente. 
  L’ingegneria genetica produce cambiamenti irreversibili        ridefinendo la struttura genetica dell’organismo in modi        che si allontanano        radicalmente dall’allevamento        tradizionale di ibridi di rose, di cavalli o di maiali. L’ingegneria        genetica altera i caratteri manipolando il materiale genetico di un        organismo all’esterno delle sue cellule        e aggiungendolo al materiale genetico di un altro, costruendo organismi        trans-genici ibridi che non obbediscono alle leggi della natura. L’allevamento tradizionale che ha come obiettivo la selezione dei        caratteri preziosi delle specie che si accoppiano naturalmente, non        aggiunge i geni di un ragno ai geni di una capra oppure, i geni di un        topo a quelli di un uomo. Come ha affermato l’Unione degli Scienziati Preoccupati:        <soltanto        l’ingegneria genetica può ottenere tali trasferimenti, poiché solo        l’ingegneria genetica trasferisce i geni con mezzi artificiali che non        tengono conto dei confini naturali.> A quel punto la libertà di scelta è perduta. Si può        sempre cercare di riparare e provare a perfezionare la prossima        generazione di OGM ma non si può tornare indietro e riparare quello che è        stato geneticamente alterato. Gli equilibri ecologici sono        stati disturbati e la natura del disturbo si può conoscere completamente        soltanto con il passare del tempo.        Quella presente è una sfida fondamentale alla democrazia. Se le nuove tecnologie        creano effetti ecologici irreversibili, alle future        generazioni sarà negato il diritto di fare una scelta differente.        Come disse Thomas Jefferson: <la vita        appartiene ai vivi> 
  In altre parole, la democrazia è        costruita sull’idea del cambiamento. Se le nostre azioni di oggi rubano        ai nostri figli il diritto di scegliere, stiamo esercitando una tirannia intergenerazionale, un affronto alla tradizione della democrazia. 
   
  Una nuova struttura 
              Perchè non        stabilire alcune regole per lo sviluppo dell’industria biotecnologica? Perché non dare una scelta al mondo e ai nostri figli? Potremmo cominciare a guardare alle        regole che creano il contesto di tutte le nostre vite. Le eterne        leggi della natura. Sono il contesto di qualunque cosa        facciamo. In quanto cittadini globali e locali, le nostre vite        dipendono dall’abbondanza del mondo naturale. A livello locale, la        celebrazione dei frutti del vicino        mondo biologico genera la ricca diversità delle culture del mondo. Alla        scala globale, siamo tutti sostenuti dalle risorse comuni, dai sistemi        naturali che fanno della terra un pianeta bello, verde e ricco di        ossigeno. Gli sforzi umani possono celebrare e sostenere le intricate        reti della diversità  biologica e        culturale, quando riconosciamo le leggi della natura come il modello        del progetto umano intelligente. 
              In sostanza, i sistemi naturali        funzionano con l’energia gratuita del sole, che interagisce con la        geochimica della superficie terrestre per sostenere i sistemi biologici produttivi e rigenerativi. 
              I sistemi umani  progettati per funzionare secondo le        stesse leggi, possono avvicinarsi all’efficacia dei sistemi naturali, nei        quali, i cicli di nascita, declino e rinascita denominati  cicli ‘cradle-to-cradle’ al contrario        dei cicli ‘cradle-to- grave’, generano una crescita sana. 
              Applicato all’industria il pensiero        ‘cradle-to-cradle’ ci permette di progettare qualunque cosa        facciamo come un nutriente, un prodotto o        un materiale con qualità rigenerative.  
              Proprio come nel mondo naturale, in cui        rifiuti di un organismo circolano attraverso un ecosistema per fornire        nutrimento per altre specie viventi, i materiali ’cradle-to-cradle’ circolano in cicli        chiusi, o metabolismi, fornendo nutrienti per la natura o per        l’industria. 
  Il        modello ‘cradle-to-cradle’ riconosce due distinti metabolismi in        cui i materiali fluiscono come nutrienti salutari. Il ciclo dei nutrienti        della natura comprende il metabolismo biologico. I materiali        progettati per circolare in modo ottimale nel metabolismo biologico,        possono essere restituiti all’ambiente in modo sicuro, dopo essere stati        usati, per nutrire il suolo e la nuova crescita. Il benefico flusso dei nutrienti biologici è un        fenomeno locale; celebrarlo costituisce        l’elemento chiave di una sana cultura locale.  
  Il metabolismo tecnico è progettato per rispecchiare i cicli ‘cradle-to-cradle' della terra; è un        sistema di cicli chiusi in cui i preziosi materiali high tech sintetici        e le risorse minerali- i nutrienti tecnici- circolano in modo sicuro in        un ciclo continuo di produzione, recupero e ri-fabbricazione. Il        metabolismo tecnico richiede standard globali, in modo che, per esempio,        la chimica dei polimeri sia tale che possano essere riciclati ovunque. 
              Ogni materiale, ogni prodotto,        idealmente esiste nell’uno o nell’altro di questi due metabolismi. Quando        si  mischiano, si ottengono quelli        che si chiamano ibridi mostruosi, materiali che non possono        essere gestiti in modo sicuro ed        efficace in nessuno dei due metabolismi. 
              Gli ibridi mostruosi, come una moquette        con un supporto di PVC, crea  peso        e rifiuti, invece che le vere qualità rigenerative di una moquette di        nutrienti biologici che può        ritornare alla terra in modo sicuro, o di un’altra costituita di        nutrienti tecnici che può rimaterializzarsi continuamente in una moquette        di alta qualità. Da una prospettiva ‘cradle-to-cradle’, gli OGM        rappresentano una specie di ibrido mostruoso, un incrocio non solo di        specie animali o vegetali, ma del        biologico e del tecnico che vengono mischiati come non abbiamo mai        visto prima e che non comprendiamo completamente. Non siamo mai stati qui        prima e perciò questo momento della storia dell’umanità richiede una        grande attenzione e una grande umiltà. Questo è quello che,        alla fine, ci insegnano le leggi della natura. 
               
              Il Principio di Precauzione 
  Se vogliamo  onorare le leggi della natura e perciò,        la diversità culturale e la libertà di scelta, potremmo considerare il principio della Vorsorge, la parola tedesca        per “precauzione” e cominciare a lavorare        insieme per definire gli standard internazionali per la produzione la        commercializzazione dei prodotti biotech. 
  Il principio di        precauzione che lo scrittore        naturalista e biotecnologo Michael Pollan ha presentato a un vasto        pubblico americano in un articolo sul New York Times, afferma che, in        assenza della certezza scientifica, dovremmo agire per proteggere la salute        ecologica e culturale dal pericolo di futuri danni. In Germania, negli anni ’70, quando ancora non        era stato scientificamente provato che la pioggia acida stesse uccidendo        le foreste del paese, il governo prese una misura di precauzione che        tagliava le emissioni di biossido di zolfo. Si dimostrò una scelta        saggia. Non solo preservò le foreste della Germania, ma permise        all’industria di sviluppare nuovi modi di gestione del processo        produttivo e una migliore conoscenza dei flussi dei materiali.  
  La precauzione, nel regno della        biotecnologia, darebbe ai cittadini, agli scienziati e all’industria degli        OGM, una opportunità di valutare i futuri impatti dell’ingegneria        genetica. Un tale cambiamento ”sposterebbe il peso della prova”- scrive        Pollan- “L’incertezza scientifica non porterebbe più a discutere della        libertà di azione ma della precauzione e delle alternative.” In quel        contesto, potremmo cominciare a sviluppare una struttura degli standard        per controllare l’uso degli OGM. Solo allora potremo discutere in modo        sensato se la biotecnologia possa davvero contribuire a un futuro sicuro        e sano. 
   
  Uno sguardo più da vicino a un prodotto biotech. 
  Gli        standard futuri per l’industria biotech potrebbero trarre vantaggio        dall’esposizione del pensiero ‘cradle-to-cradle’. Precauzione non significa congelare e non fare niente;        suggerisce semplicemente di progettare avendo in        mente il futuro, oppure, traducendo dal giapponese, “progettare        con l’amore per il futuro.” Dalla prospettiva ‘cradle-to-cradle’, ciò        significa progettare prodotti che celebrino la        salute ecologica, la libertà di scelta, la diversità culturale e la        sostenibilità della crescita economica- effetti positivi al 100%.        Nei decenni passati, abbiamo avuto il privilegio di vedere le idee        ‘cradle-to-cradle’ cambiare il discorso sul progetto sostenibile e        speriamo che possano anche generare un dialogo nuovo nell’industria        biotech.  
  Come?        Quando le industrie adottano una strategia ‘cradle-to-cradle’ si        impegnano a progettare prodotti che possono circolare in cicli chiusi sicuri        e rigenerativi. Scegliendo  solo        ingredienti non tossici generano la salute dell’ambiente e investono        nella  relazione di fiducia con i        consumatori. Se l’analisi scientifica rivela che un prodotto contiene un        materiale con proprietà dubbie, viene eliminato. Questo rappresenta una        celebrazione della libertà di scelta. Niente di        quello che c’è nel prodotto ipoteca il futuro e così, i nostri figli        hanno ancora davanti le loro opzioni. E poiché il processo        progettuale è, essenzialmente, trasparente e sano, la scelta  da parte del consumatore viene fatta        senza alcun timore. Questa attenzione per proteggere i diritti e la        salute delle generazioni future è una pratica di        democrazia e di responsabilità verso il futuro.
              […] 
               
              Un dialogo        ‘cradle-to-cradle’ 
  Tutti questi cambiamenti,        naturalmente, sono potuti emergere soltanto da un continuo dialogo sugli        OGM e dal progetto ‘cradle-to-cradle’, che noi crediamo potrebbe spostare        il dibattito pubblico sull’ingegneria genetica, cambiando le relazioni tra        consumatore e produttore, riducendo le tensioni tra le nazioni        industrializzate e rimettendo a fuoco l'agenda dell’industria biotech. 
  Se l’industria dovesse entrare nel        dialogo ‘cradle-to-cradle’ sulla biotecnologia e cominciasse ad        elaborare nuovi standard, i cittadini si sentirebbero rassicurati sulla        ottimizzazione dei prodotti biotech, grazie a una ricerca rigorosa, alla        precauzione e a un processo di progettazione destinato alla produzione di        effetti positivi per tutti. 
 Le Nazioni non sarebbero costrette        ad accettare i prodotti OGM perché manca la prova conclusiva dei loro        effetti nocivi per l’ambiente e per la salute pubblica. I coltivatori di        tutto il mondo non dovrebbero preoccuparsi del contenuto dei loro semi, e        i consumatori non dovrebbero preoccuparsi della struttura genetica di        quello che mangiano e dei confini religiosi o culturali che potrebbero,        senza saperlo, essere oltrepassati. L’industria e la comunità scientifica,        da parte loro, potrebbero perseguire la ricerca indirizzata alle        incertezze scientifiche che circondano l’ingegneria genetica. Potrebbero        definire regole di percorso “sicure” per tutta la biotecnologia. Il        rispetto della diversità e della libertà di scelta potrebbero far parte        del dialogo biotech. Seguire le regole della        natura ed esercitare la responsabilità intergenerazionale        diventerebbe la norma. E se questo dovesse passare, noi tutti potremo        essere sicuri che le nostre opzioni restano aperte e potremo dire con        fiducia che il nostro lavoro sta veramente celebrando tutti i 'piccoli' di        tutte le specie, per un tempo infinito. 
             
testo originale 
 
             
            
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