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          Recensione di  
            Down to the Wire: Confronting Climate Collapse, di David W. Orr. 
            di Robert Costanza 
          traduzione di Franca Bossalino  
            “La vera spaccatura  nella  politica Americana non è tra i liberali e i conservatori… Piuttosto sta nei  modi in cui ci rapportiamo alle generazioni future che sopporteranno le  conseguenze, nel bene e nel male, delle nostre azioni”. 
Nella lotta contro il cambiamento climatico gli uomini dovranno  fare molto di più che passare alle lampadine a    basso consumo e comprare beni ‘verdi’. Come afferma lo scienziato  dell’ambiente David Orr nel suo ultimo libro, ci vuole  un cambiamento radicale nella cultura che alteri l’ordine delle nostre  priorità.  
  Ci si chiede: sarà possibile che una cosa che sembra tanto  difficile   possa accadere?  
  Il libro di Orr insieme alle ricerche recenti e alle iniziative  sociali ci fa sperare che sia possibile.  
  C’è un consenso crescente tra gli scienziati sul fatto che  l’umanità si stia avvicinando rapidamente a una catastrofe climatica globale. 
  Nonostante sia cresciuta la nostra conoscenza dei pericoli e dei  costi futuri abbiamo poco tempo per evitare il disastro. Orr riconosce la  gravità delle circostanze ma non si lascia prendere dalla disperazione o dal  disfattismo. 
  Il suo libro è una lucida visione di quello che dobbiamo cambiare  adesso. 
  Orr descrive tre categorie essenziali di  cambiamenti radicali, in ordine di difficoltà crescente. 
  La prima e la più facilmente raggiungibile è quella del nuovo  progetto del sistema che produce cibo, energia, acqua e altri servizi in modo  tale che venga alimentata dalle risorse rinnovabili.  
  La seconda è quella di una revisione dei sistemi educativi al fine  di sviluppare l’alfabetizzazione ecologica e incoraggiare la risoluzione  creativa dei problemi reali del mondo. 
La terza è quella della riforma dei nostri sistemi politici  dalle attuali plutocrazie corporative a delle  vere democrazie con veri leader.  
  Dice Orr: <viviamo tra le rovine degli-ismi falliti> 
  Sia il comunismo che il capitalismo hanno perseguito politiche di  ‘crescita a tutti i costi’ che hanno fallito   perché non hanno tenuto conto in modo adeguato del valore  dei beni del capitale naturale e sociale,  come un clima stabile, ecosistemi funzionanti e comunità umane vitali e  armoniose. 
  E’ necessaria una soluzione alternativa per formulare un insieme di  obiettivi economici  della società  fondamentalmente differenti. Orr prescrive tre di questi obiettivi “che  attualmente sembrano assolutamente impossibili”. 
  -Un cambiamento nelle priorità: invece di crescita economica  dovremmo pensare a uno sviluppo che migliori davvero la qualità della vita di  ciascuno.  
  -La cultura del consumo dovrebbe concentrarsi sui bisogni e non sui  desideri. 
  -Usare la compassione e la saggezza per distribuire equamente  ricchezza, opportunità e rischi. E questa è la cosa più difficile. 
Questi obiettivi e le politiche per raggiungerli sono da lungo  tempo nelle agende sociali e politiche. Perchè le cose non sono cambiate e che  cosa si può fare perché cambino? 
  Orr affronta questo interrogativo abilmente, mostrando che la natura  umana è flessibile e che rapidi cambiamenti culturali sono accaduti già in  passato. 
    
  Dopo la   Seconda Guerra Mondiale, per esempio, negli USA, la cultura  cambiò per consentire  nuove politiche  sociali e fiscali che crearono la classe media.  
  La rapida caduta dell’Unione Sovietica è stata causata dal lento  emergere di problemi sociali fino a raggiungere un punto di non ritorno. 
  Può essere solo un problema di tempo prima che le persone che  condividono gli obiettivi di qualità della vita, equità e autosufficienza,  comincino a valutare coloro che hanno una visione del mondo bloccata alla  crescita ad ogni costo. 
  Alcune prove che tali attitudini   siano in corso vengono dal lavoro   del sociologo Paul H. Ray e della psicologa Sherry Ruth Anderson, che hanno analizzato e categorizzato le visioni del mondo negli  Stati Uniti nei quattro decenni trascorsi. 
  Nel loro libro The Cultural Creatives (Crown Publishing; 2000), dividono la popolazione  degli USA in tre gruppi: i ‘tradizionalisti’ che sostengono il diritto  alla religione o il ritorno al passato; i'moderni’ che costituiscono il gruppo  dominante e includono i sostenitori della ‘crescita a tutti i costi’; i ‘creativi culturali’ che comprendono tutti quelli che condividono i valori e gli  obiettivi che Orr promuove. 
  La percentuale di questi ultimi negli Stati Uniti è cresciuta da  quasi zero negli anni ’60 al 25% nel 2000 e oggi ha quasi raggiunto il 30%. 
  Un punto di svolta politico avverrà quando questa percentuale sarà  abbastanza alta da cominciare a cambiare radicalmente le dinamiche politiche  del paese e, per estensione, del mondo. Come afferma Orr, molte iniziative  diverse stanno spingendo verso un cambiamento culturale. Tra gli esempi, il  movimento delle  'transition towns' (città in transizione) iniziato dalla Transition Network a Totnes in Inghilterra, il cui scopo è aiutare le comunità a ridurre le emissioni di CO2;  ‘le città sostenibili’  con sede a Vancouver, in Canada, che sostengono progetti urbani sostenibili in tutto il mondo; l’iniziativa di costruire ‘edifici sostenibili’ dello stesso Orr nella città  di Oberlin, in Ohio. 
  Altri indicatori di questo cambiamento sono le  migliaia di organizzazioni votate a restaurare l’ambiente e a promuovere la  giustizia sociale, che Paul Hawken ha descritto nel 2007 nel suo libro Blessed Unrest. Inoltre,  nel 2008, in  Francia una commissione istituita allo scopo di valutare  la performance economica, è uno dei tanti tentativi di tener conto dei limiti del PIL come misura del progresso  sociale. 
  Tali esempi sono la prova  del crescente dialogo globale  sulla  ricerca di soluzioni reali al problema della costruzione di un futuro  sostenibile e desiderabile. 
  Un giornale intitolato Solutions (di cui sono personalmente direttore e di cui Orr e Hawken sono editori  associati) uscirà presto per contribuire   a questa discussione.  
  Tutto  ciò dimostra che un cambiamento culturale e una trasformazione sono in atto. 
Come  David Orr conclude, questa trasformazione ‘è cresciuta all’interno di un  movimento mondiale che respinge l’idea che il nostro destino è quello di porre  fine all’esperimento umano con un bang o con un lamento su una Terra nuda e  bruciata’. 
  Abbiamo  ancora una scelta ma l’abbiamo adesso o mai più. 
  Il libro di Orr può fare molto per aiutarci a raggiungere –  speriamo in tempo- la trasformazione culturale necessaria .  
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