La Resilienza
da: Transition Towns and Resilience Thinking, novembre
2009
traduzione di Franca Bossalino
La definizione di resilienza con cui Rob Hopkins apre l’articolo dal titolo “Perché il pensiero della resilienza è una parte mancante cruciale del puzzle del cambiamento climatico e perché la resilienza è un concetto più utile di quello di sostenibilità” è la seguente: Resilienza è la capacità di un sistema di assorbire i disturbi -provenienti dall’esterno-[tr]e di riorganizzarsi mentre è in atto il cambiamento, in modo da mantenere essenzialmente la stessa funzione, struttura, identità e feedbacks.”
A luglio 2009, Ed Miliband, Segretario di Stato inglese per l’Energia e il Cambiamento Climatico, ha presentato il piano A del governo inglese per la Transizione verso un regime ‘a basse emissioni’, una vigorosa e audace dichiarazione di intenti per l’economia che ha stabilito che nel 2020 la produzione di energia eolica aumenterà di 5 volte, ci sarà un aumento delle tariffe per l’energia di uso domestico e un programma senza precedenti di ristrutturazione energetica di ogni abitazione del paese.
In vista della straordinaria scala della sfida presentata dal cambiamento del clima, esito a criticare i passi fatti nella direzione presa dal governo. C’è tuttavia un difetto chiave nel documento, che appare anche nella maggior parte del pensiero più generale sul cambiamento climatico, ed è il tentativo di affrontare il tema del cambiamento del clima senza affrontare anche un secondo tema altrettanto importante che è quello della resilienza.
Il termine ‘resilienza’, che sta comparendo sempre più di frequente nelle discussioni sulle preoccupazioni ambientali, esprime un concetto veramente più utile di quanto sia quello di sostenibilità.
La sostenibilità e l’ossimoro derivato- dello sviluppo sostenibile- sono considerati comunemente una risposta sufficiente alla scala delle sfide del clima che affrontiamo: ridurre gli input nel modello della crescita economica globalizzata (energia, risorse e così via) riducendo contemporaneamente gli output (inquinamento, emissioni di carbonio etc). Comunque, le risposte al cambiamento climatico che non tengano conto dell’imminente (o forse già superato) picco nella produzione mondiale del petrolio, non si confrontano in modo adeguato con la natura della sfida che dobbiamo affrontare.
Il pensiero che si basa sulla resilienza può ispirare un livello del pensiero creativo realmente capace di avvicinarci alle soluzioni che avranno successo nel lungo termine.
Le ‘soluzioni resilienti’ al cambiamento del clima potrebbero comprendere:
- la creazione di aziende produttrici di energia rinnovabile, di proprietà della comunità, tali da generare reddito e alimentare così un processo di rilocalizzazione più ampio;
- la costruzione di abitazioni ad alta efficienza energetica che usino prevalentemente materiali locali (argilla, paglia, canapa) stimolando così una gamma di attività commerciali e di industrie locali;
- la realizzazione di una gamma di modelli urbani di produzione alimentare;
- la riconnessione degli allevatori ai loro mercati locali.
Considerare la resilienza come un ingrediente cruciale delle strategie economiche che metteranno le comunità in grado di crescere superando la tempesta economica attuale che sta colpendo il mondo, darà origine a una enorme creatività, alla riqualificazione e all’imprenditoria.
Il Movimento per la Transizione è un movimento che cresce rapidamente, un movimento ‘virale’ fondato in Irlanda e che adesso è in atto in migliaia di comunità in tutto il mondo.
La sua premessa fondamentale è che una risposta al cambiamento climatico e al picco del petrolio richiederà l’azione a livello globale, nazionale, e locale, ma ha anche bisogno di comunità vibranti che spingano il processo, creando l’ondata del cambiamento alla scala locale.
Esplora gli aspetti pratici della costruzione della resilienza in tutti gli aspetti della vita. Catalizza le comunità a domandarsi: ‘Come faremo a ricostruire in modo significativo la resilienza in risposta al picco del petrolio e a ridurre drasticamente le emissioni di carbonio in risposta al cambiamento climatico?
Collocando la resilienza accanto alla necessità di ridurre le emissioni di carbonio si catalizza un’ampia gamma di iniziative, dall’Agricoltura Sostenuta dalla Comunità e dai programmi di condivisione dei giardini, alla lista dei produttori alimentari locali e ai nuovi Mercati degli Allevatori. Alcune località, come Lewes e Totnes hanno fondato le proprie aziende elettriche per alimentare la produzione di energie rinnovabili. La Sterlina di Lewes, la moneta locale che può essere spesa soltanto a Lewes, ha recentemente emesso le banconote da 5, 10 e 20 sterline. Stroud e Brixton si stanno accingendo a fare la stessa cosa.