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BOGOTA
da: shareable.net
traduzione di Franca Bossalino
Se nel terzo mondo misuriamo il successo o il fallimento, come società, in termini di reddito, avremmo dovuto classificarci come perdenti fino alla fine dei secoli, dichiara Enrique Peñalosa, sindaco di Bogotà in Colombia. Perciò, con le nostre risorse limitate, dobbiamo inventarci altri modi per misurare il successo. Potrebbe essere l’accesso dei nostri giovani alle attrezzature sportive, alle biblioteche, alle scuole, agli asili nido.
La stessa felicità è un bene a cui tutti dovrebbero avere accesso.
Questa è la visione di Enrique Peñalosa, che non è un sognatore ad occhi aperti o un teorico astratto, ma è un politico che è stato per tre anni sindaco di Bogotà e che adesso gira il mondo, diffondendo un messaggio su come migliorare la qualità della vita di chiunque viva nelle città attuali. L’idea di Peñalosa è una luce di speranza per le città del mondo in via di sviluppo che pur nella loro povertà e con immensi problemi, assorbiranno gran parte della crescita nella prossima metà del secolo. Basandosi sulla esperienza fatta a Bogotà, Peñalosa crede che sia un errore rinunciare a fare di queste città dei luoghi belli per vivere. Peñalosa usa espressioni come “qualità della vita” o “giustizia sociale” invece di “società basata sui beni” per descrivere il suo programma di offrire alla popolazione povera servizi eccellenti e luoghi pubblici piacevoli, ed è difficile pensare a qualcuno che abbia fatto di più per la propria comunità.
La Trasformazione di Bogotà
- In tre anni (1988-2001) come sindaco della capitale in cui vivono 7 milioni di cittadini, l’amministrazione Peñalosa ha realizzato :
- il TransMilenio, un sistema di trasporto veloce (BRT) che oggi trasporta mezzo milione di passeggeri al giorno con autobus che viaggiano su corsie speciali e che offre tutti i vantaggi di una metropolitana a un costo molto inferiore;
- ha costruito 52 nuove scuole, ne ha ristrutturate altre 150 ed ha aumentato le iscrizioni degli studenti del 34%;
- ha creato 1200 parchi e aree gioco in tutta la città;
- ha costruito 3 biblioteche centrali e 10 biblioteche di quartiere;
- ha costruito 100 asili per bambini sotto i cinque anni;
- >ha migliorato la vita nelle borgate portando l’acqua al 100% delle famiglie di Bogotà;
- ha comprato terreni non edificati nella periferia della città per evitare il rischio di speculazione, assicurando la costruzione di abitazioni economiche dotate di rete elettrica, rete fognaria e rete telefonica oltre ai parchi, le scuole e i percorsi verdi;
- ha costruito 300 km di piste ciclabili, la rete più grande esistente nel mondo in via di sviluppo;
- ha costruito la strada pedonale più lunga del mondo (17 km) che attraversa gran parte della città e una strada verde di 45 km lungo un percorso che originariamente era stato pavimentato per una autostrada a 8 corsie;
- ha ridotto il traffico del 40% realizzando un sistema in cui chi ha la macchina deve lasciarla a casa durante le ore di punta per due giorni alla settimana; ha aumentato le tariffe per il parcheggio e le tasse locali sul gas, metà delle quali serviranno a finanziare il nuovo sistema di trasporto urbano;
- ha stabilito una giornata all’anno di blocco totale della circolazione dei veicoli privati in cui tutti si recano al lavoro usando qualunque mezzo diverso dall’automobile privata;
- ha piantato 100.000 alberi.
Qualità della vita= Ricchezza comune
Tutto ciò ha fatto esplodere il benessere comune in una città caratterizzata da enormi disparità nella distribuzione della ricchezza. La visione di Peñalosa è quella di una città che appartenga a tutti i suoi cittadini.
David Burwell, un analista di strategie urbane, esperto di ambiente, trasporti e comunità, definisce Peñalosa “uno dei più grandi servitori della collettività del nostro tempo. Le città secondo lui, debbono essere progettate per creare il benessere umano; possiede un senso profondo di quello che un leader dovrebbe fare, cioè, promuovere la felicità umana”.
Bogotà è oggi considerata nel mondo come un modello di innovazione sostenibile anche per le città in via di sviluppo.
Pensare all’equità in modo nuovo.
“Viviamo nel periodo post-comunista, in cui molti hanno presunto che l’equità come obiettivo sociale sia obsoleta” spiega Peñalosa- “Sebbene la qualità del reddito come concetto non coincida con l’economia di mercato, possiamo cercare di raggiungere l’equità della qualità della vita”.
La qualità della vita per Peñalosa non è semplicemente una frase. Si è dedicato con molta fermezza a dare a tutti i cittadini più opportunità ricreative ed educative, più trasporti e più occasioni di abitare piacevolmente nell’ambiente che li circonda. Ciò spiega la sua enfasi sui parchi, sul trasporto di massa, sulle strutture per la cura dell’infanzia, sulle piste ciclabili, sulle scuole, sulle biblioteche e sulle altre forme di beni comuni che migliorano la vita della gente. E l’obiettivo di servire le persone socialmente e economicamente svantaggiate, si estende allo spazio pubblico- cioè a quei luoghi in cui coloro che non hanno un giardino, una casa di vacanza o un club privato, tendono a ritrovarsi.
Peñalosa è orgoglioso di come la sua amministrazione sia riuscita a domare l’automobile a Bogotà per rispondere ai bisogni di coloro che non possiedono una macchina. Quasi tutte le città del globo trovano le soluzioni per quelli che sono motorizzati a spese di tutti gli altri, trasformando le strade - una volta bene comune ad uso di tutti, compresi i pedoni e i bambini- in aree di esclusivo dominio dei motorizzati. Nel mondo in via di sviluppo, in cui solo una parte selezionata possiede un veicolo a motore, questo è particolarmente scorretto e nocivo per il senso della comunità.
Le strade sono state rivendicate per i cittadini attraverso politiche che hanno usato sia le carote che i bastoni. Come ci si aspettava, i bastoni- i divieti di circolazione nelle ore di punta e il rafforzamento di leggi per lungo tempo ignorate che proibivano il parcheggio delle auto sui marciapiedi - hanno scatenato le proteste di un piccolo ma potente gruppo di persone che hanno sempre usato i marciapiedi come aree di parcheggio personali. Comunque le carote sono state accettate da quasi tutti, le strade pedonali e le piste ciclabili realizzate sono ampiamente usate nei giorni feriali dai pendolari e di sera e nei week-end dagli appassionati della bicicletta e dai pedoni che amano l’usanza latina del paseo- la passeggiata serale.
Strade per le persone non per le automobili
Un altro successo è stata la Ciclovia, in cui si riversano sui 120 km di strade principali circa due milioni di persone (il 30% della popolazione della città)- ogni domenica alle 7 della mattina e alle due del pomeriggio – per andare in bicicletta o passeggiare o assistere a eventi pubblici. Questi eventi settimanali cominciarono nel 1976 ma furono potenziati da Peñalosa. Oggi si sono diffusi in grande numero nelle città della Colombia ma anche a San Francisco, a Quito in Ecuador ,a El Pasos in Texas, a Las Crucis nel Nuovo Messico, e si stanno sperimentando a Chicago, New York, Portland e Melbourne in Australia.
Il risultato di cui Peñalosa è più orgoglioso e il TransMilenio, il sistema di trasporto veloce (BRT) che consente agli autobus di viaggiare su corsie speciali che rendono il trasporto di massa più veloce e più conveniente dell’automobile. Attualmente ci sono otto linee di TransMilenio che attraversano in lungo e largo la città. L’idea della BRT fu sperimentata la prima volta a Curitiba, in Brasile, nel 1970 ma il successo di Bogotà dimostra come può funzionare in una città più grande.[…] Perfino i ricchi che possiedono l’automobile, oggi sono fruitori entusiasti del BRT. “Non si deve costruire un sistema di trasporto solo per i poveri, altrimenti verrà stigmatizzato e anche ai poveri, alla fine, potrebbe non piacere. Se lo usano tutti, aiuterà di più i poveri.”
Non è che Peñalosa odia le automobili. E’ che ama i luoghi animati dove le persone di qualunque background si riuniscono per il piacere di stare insieme- beni pubblici che molto raramente esistono nelle città in cui la macchina domina la strada. Questo genere di luoghi sono ancora più importanti nelle città povere che in quelle ricche, perché i poveri non sanno dove altro andare.
testo originale
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